“Dicono che il Giappone sia nato da una spada. Dicono che gli antichi dei hanno immerso una lama di corallo nell’oceano e che, al momento di estrarla, quattro gocce perfette  siano cadute in mare e che quelle gocce siano diventate le isole del Giappone. Io dico che il Giappone è stato creato da una manciata di uomini, guerrieri disposti a  dare la vita per quella che sembrò ormai una parola dimenticata:  onore.”

Lo Shudokan Roma Kendo nasce da un progetto del M° Fabio Di Chio- 5° Dan, atleta titolare della Nazionale Italiana CONI Kendo dal 1982 al 1990, Direttore Tecnico del settore femminile negli stessi anni ed attualmente Istruttore Federale ed Arbitro Nazionale C.I.K. -Confederazione Italiana Kendo.

Ma che cos’è il kendo?

Il kendo (letteralmente “la via della spada”) è un’arte marziale giapponese che impiega una spada di bambù e implica un allenamento rigoroso , finalizzato allo sviluppo della tecnica di combattimento e del carattere, infondendo virtù come il coraggio, l’onore e il rispetto dell’etichetta.
Il Kendo ha profondi legami con il buddismo zen, il taoismo e perfino con quegli elementi confuciani che hanno portato alla definizione di samurai come uomo perfetto .
Ovviamente,   per   praticare   il   Kendo,  non   è   necessario   aderire   ad   alcun   credo,  poiché   è semplicemente attraverso la pratica che se ne godono i benefici .
Il kendo ha le sue origini storiche nella dimensione militare/guerresca dello shogunato.
Esso aveva come scopo quello di tagliare l’avversario con la spada.Oggi si colpisce un compagno di pratica con la shinai (spada di bambù) tentando di realizzare un colpo valido, tale da determinarne la sconfitta.Nel tempo, il kendo ha, evidentemente, modificato la propria finalità, che non è più l’uccisione dell ‘avversario ma il perseguire, attraverso la pratica , un processo di ricerca e accrescimento per elevare l ‘umanità di chi lo pratica.Applicandosi  nella ricerca,  il kendoka  impara a migliorare se stesso e a relazionarsi con cortesia umana e sincerità, rispettando l’altro e la sua individualità, avversario o compagno di pratica che sia.
Il kendo è una disciplina che richiede poca forza e può essere praticato da individui di qualsiasi età o sesso, per tuta la vita; la ricerca e la pratica sono strettamente legate alla individualità di chi si avvicina a questa arte. L’allenamento è sia fisico (in modo prevalente nei principianti) che mentale (in età avanzata).
Sarà cura del Maestro che accoglie gli allievi all’interno del proprio dojo intuirne le potenzialità per guidarli lungo un percorso che li conduca al miglioramento interiore e fisico, nei limiti delle possibilità di ciascuno.
La pratica agonistica, che sfocia nello shiai (combattimento), è solo uno degli aspetti del kendo, certamente il più spettacolare ma non necessariamente il fine ultimo del kendoka. Basti pensare che i confronti tra i kendoka di grado elevato spesso sono decisi da una o due azioni.
Parte integrante della pratica del kendo è lo studio dei Kata di kendo che consistono in una “forma” (un modello/esempio) di combattimento codificato, in cui uchidaci (il maestro o il praticamente più esperto) colpisce per primo, quindi shidaci (il meno esperto) si difende e contrattacca utilizzando le tecniche del kendo, giungendo a prevalere .

I kata servono a definire il modello ideale di esecuzione della tecnica e a carpirne l’essenza nella sua applicazione pratica.

Generalmente i kata si eseguono attraverso il bokken – una riproduzione in legno della tradizionale katana giapponese – ed il kodachi – l’equivalente, sempre in legno, della spada corta impugnata ad una mano; entrambi si usano per lo studio e la pratica del kendo-nokata.

Nel kendo esistono dieci kata; i primi sette sono eseguiti da entrambi i ruoli con il bokken, cioè la  spada lunga, mentre negli ultimi tre uchidachi usa il bokken e shidaci il kodachi, la spada corta.

Nella sostanza quindi possiamo dire che l‘obiettivo della pratica del kendo è:

  • Modellare la mente e il corpo
  • Coltivare uno spirito vigoroso attraverso un corretto e rigido allenamento
  • Sforzarsi per migliorare nell’arte del kendo
  • Tenere presente la cortesia e l’onore, e associarsi agli altri con sincerità
  • Perseguire sempre il miglioramento del proprio

Questo renderà capaci di:

  • Amare il proprio paese e le sue tradiZioni
  • Contribuire allo sviluppo della cultura e alla pace e alla prosperità tra i popoli
    L’obiettivo della pratica del kendo è:•               modellare la mente e il corpo
    •               coltivare uno spirito vigoroso attraverso un corretto e rigido allenamento•               sforzarsi per migliorare nell’arte del kendo
    •               tenere presente la cortesia e l’onore, e associarsi agli altri con sincerità
    •               perseguire sempre il miglioramento del proprio essere.